Modenantiquaria 2020
XXXIV Mostra di Antiquariato
AMART 2019
MIA Photo Fair 2019 dal 22 - 25 March 2019
nature first
Il progetto curatoriale si propone di mostrare come oggi la rappresentazione della natura sia ancora fondamentale ed il mezzo fotografico sia perfettamente complementare alle arti classiche.
Questo concetto si concretizza nell’esposizione in modi diversi e in un certo modo contrapposti : nelle figure umane, di Dario Mainetti dove il corpo armonico, vivo e presente, in piena sintonia con gli elementi della natura che lo popolano e lo alimentano come una linfa vitale sino a sostituire il volto; il corpo esanime, scomposto, disarticolato e decontestualizzato che diventa materia pesante fine a se stessa, da scolpire e da incidere, assente al mondo di Ingrid Strain.
In entrambi i lavori vi è un elemento che si insinua in maniera subdola, è la plastica, palesemente evidente o con l’aspetto dei più classico dei fiori.
in questo momento storico dove l’evoluzione ha portato l’uomo a poter intervenire in modo devastante sulla natura, è più che mai determinate saperne apprezzare anche le più piccole espressioni e contribuire a rimettere la natura al primo posto negli interessi dell’umanità.
Modenantiquaria 2019
XXXIII Mostra di Antiquariato
AMART 2018
Modenantiquaria 2018
XXXII Mostra di Antiquariato
Mostra: La montagna dipinta
Sabato 18 giugno alle 17.00 a Villa Monastero di Varenna verrà inaugurata la mostra La montagna dipinta: un percorso pittorico nell’800 e nel primo 900 attraverso le collezioni private lombarde, organizzata dalla Provincia di Lecco, a cura di Anna Ranzi, in collaborazione con Fabrizio Pedrazzini. Dopo il tema dell’acqua, proposto per la mostra della scorsa estate a Villa Monastero in occasione di Expo 2015, il soggetto scelto quest’anno è la montagna, altro elemento di particolare importanza che caratterizza il territorio lecchese. Più di 100 dipinti realizzati da vari specialisti del tema, quali Filippo Carcano, Emilio Longoni, Angelo Morbelli, Cesare Maggi, Carlo Fornara, Eugenio e Lorenzo Gignous, Leonardo Bazzaro, si accostano a opere di autori quali Silvio Poma, Carlo Pizzi, Vincenzo Bianchi, Achille Tominetti, Paolo Sala, Gaetano Fasanotti e Giovan Battista Lelli, e molti altri che hanno raffigurato tra Ottocento e Novecento il paesaggio montano. La grande tradizione alpinistica delle zone lecchesi, conosciuta in tutto il mondo per le importanti scalate effettuate nel corso di quasi un secolo, è inoltre rappresentata da vari artisti-alpinisti che hanno raffigurato le vette raggiunte nel corso del primo Novecento, quali Leonardo Roda, Luigi Binaghi e Paolo Punzo. La mostra è una particolare occasione per offrire ai visitatori e ai turisti che si recano a Villa Monastero un nuovo suggestivo tema, che permette di conoscere dal punto di vista pittorico le nostre apprezzate zone, insieme agli ambienti montani delle valli alpine lombarde, piemontesi e valdostane, oggetto di interesse e di sfida per gli alpinisti già alla fine del ‘700 quando avvennero le prime esplorazioni, notevolmente intensificatesi nei due secoli successivi. Ancora una volta l’evento è stato reso possibile grazie al sostegno degli sponsor, Family Banking di Lecco Mediolanum e Grafiche Paolo Cattaneo di Oggiono, e alla disponibilità di molti collezionisti privati, che hanno prestato le loro opere con generosità.
La mostra sarà visitabile dal 18 giugno al 25 settembre nei seguenti orari: giugno e luglio: mercoledì dalle 14.00 alle 19.00, giovedì, venerdì, sabato, domenica e festivi dalle 9.30 alle 19.00; agosto: tutti i giorni dalle 9.30 alle 19.00; dal 1° al 25 settembre: mercoledì dalle 14.00 alle 18.00, giovedì, venerdì, sabato, domenica e festivi dalle 9.30 alle 18.00 |
Mostra a Palazzo Reale di Giovanni SEGANTINI
Da giovedì 18 settembre 2014 a domenica 18 gennaio 2015 vi consiglio di visitare la mostra di Segantini a Palazzo Reale di Milano.
Giovanni Segantini (1858-1899), è uno dei più grandi pittori europei di fine Ottocento, ebbe in Milano una vera e propria patria dello spirito, una città di riferimento per tutta la sua breve vita. Anche dopo il trasferimento in Svizzera, infatti, Milano restò il fulcro della sua parabola artistica e piazza favorita per l’esposizione delle sue opere. Questa mostra riscopre il percorso artistico e la vita del pittore dall’infanzia, trascorsa nella vivace Milano post-unitaria, al trasferimento tra le montagne dell'Engadina, uno degli ultimi incontaminati paradisi naturalistici. Il suo avventuroso pellegrinaggio dai colli della Brianza alle Alpi svizzere narra la storia straordinaria, ancora poco conosciuta dal grande pubblico, della creatività culturale che si sviluppò nelle valli tra l’Italia e la Svizzera all’inizio del secolo scorso. La mostra prende il via con una sezione dedicata agli esordi milanesi del pittore, che con il suo ingresso all’Accademia di Brera diede inizio a un promettente e fecondo percorso artistico. Pittoreschi scorci dei Navigli rievocano lo splendore della Milano di fine Ottocento. Vengono poi approfondite le tematiche del ritratto e delle nature morte: Petalo di rosa, Ritratto della signora Torelli, Ritratto di Carlo Rotta e alcuni autoritratti permettono di ripercorrere i legami affettivi del pittore. Natura e vita nei campi è la sezione dedicata ai dipinti dell’artista che ben rappresentano la vita agreste: Sul balcone, Dopo il temporale, L’ultima fatica del giorno e Riposo all’ombra esaltano il ruolo della montagna nell’opera pittorica di Giovanni Segantini, uno spaccato del paesaggio delle Alpi svizzere con le sue scene di vita nei campi, i suoi costumi caratteristici e una peculiare rappresentazione della società contadina. I magnifici dipinti Primavera sulle Alpi e Ave Maria a trasbordo affrontano invece il tema “Natura e Simbolo”, assieme ai capolavori del periodo di Savognino a tutti noti: Mezzogiorno sulle Alpi e Ritorno dal bosco. Naturalismo e simbolismo sono, per Segantini, i due termini di una stessa equazione: un dualismo iconografico che è anomalo nella situazione fin de siècle in cui il simbolismo è tendenzialmente percepito antitetico al naturalismo. Segantini, al contrario, concepisce la natura come “foresta di simboli”, e nei suoi dipinti si rende concreta una fusione tra i due opposti che determina la ricchezza del suo linguaggio pittorico. E poi la maternità, tema caro e ricorrente nel percorso pittorico di Segantini, con la splendida opera Le due madri, considerata manifesto del divisionismo italiano alla prima Triennale di Brera, che vide la nascita ufficiale del movimento. |
Sono lieto di invitarvi all'inaugurazione della mostra
"ottocento ricercato"
presso Art Studio Pedrazzini
Giovedì 11 dicembre dalle ore 18 alle 20.
L'esposizione continuerà fino al 19 dicembre.
orari: 10 - 13 e 15.30 - 19 sabato e domenica compresi.
"ottocento ricercato"
presso Art Studio Pedrazzini
Giovedì 11 dicembre dalle ore 18 alle 20.
L'esposizione continuerà fino al 19 dicembre.
orari: 10 - 13 e 15.30 - 19 sabato e domenica compresi.
Mostra di Alberto Pasini
Voglio segnalarvi una bella mostra che ho visto settimana scorsa. All'interno del museo Accorsi - Ometto di Torino è stata allestita un'esposizione di Alberto Pasini, probabilmente il più grande pittore italiano orientalista del XIX secolo. Nacque a Busseto in Emilia, in una famiglia economicamente disagiata, dopo essersi formato all'accademia di Parma, accorse come volontario alla prima guerra di indipendenza. A Torino espose alla Promotrice in numerose rassegne e si stabilì definitivamente nella capitale sabauda, diventando piemontese d’adozione, andando a vivere in una villa a Cavoretto.
Pasini si trasferì a Parigi nel 1851, dove cominciò a trarre ispirazione nei suoi paesaggi dalle novità della scuola di Barbizon. Nel 1855, riuscì ad aggregarsi alla missione diplomatica Bourée presso lo scià di Persia, compiendo un lungo viaggio nel favoloso «Oriente». Al suo ritorno a Parigi, dopo due anni, egli acquistò larga notorietà con i dipinti dedicati all’Oriente, realizzati da chi i luoghi li aveva visti e vissuti dal vero. Non fu che una prima esperienza, ribadita in successivi viaggi in Egitto, Sinai, Palestina, Libano, Siria e Turchia tra il 1859 e il 1873. Dopo un ultimo viaggio a Istanbul, nel 1876 Pasini rientrò in Italia, facendo tappa a Venezia: qui egli scoprì una preziosa alternativa – per colori, forme e luci – con l’amatissimo Oriente. Lo stesso accadde durante i due viaggi in Spagna, nel 1879 e nel 1883: a Cordoba e a Granada infatti il pittore rimase folgorato dalle fascinose atmosfere moresche degli edifici storici delle due città iberiche che determinarono un suo rinnovato campo di azione. Se i Salon parigini decretarono la sua fama internazionale di sommo pittore orientalista, in realtà fu Torino che, un anno prima della morte, gli rese il più importante omaggio-riconoscimento, presentando all’Esposizione Nazionale del 1898, ben 193 studi dal vero che costituivano la sua personale collezione, conservata nell’atelier della villa di Cavoretto. La mostra si sofferma dunque sul versante «orientalista», cioè quello baricentrico della più ricca e celebrata vena del pittore, con i conseguenti corollari delle divagazioni veneziane e iberiche, legate a una consonante ispirazione. SEDE 7 febbraio - 29 giugno 2014 Museo Accorsi - Ometto Via Po 55 011.837688 int. 3 ORARIO Da martedì a venerdì 10.00 – 13.00; 14.00 – 18.00 Sabato e domenica 10.00 – 13.00; 14.00 – 19.00 Lunedì chiuso |
BERGAMO ANTIQUARIA: Mostra mercato di alto antiquariato
Mostra di antiquariato
25 gennaio - 2 febbraio 2014
Bergamo
Fiera di Bergamo
Via Lunga.
25 gennaio - 2 febbraio 2014
Bergamo
Fiera di Bergamo
Via Lunga.
Mostra che si terra dal 13 ottobre 2013 al 12 gennaio 2014 a Rancate (Mendrisio), Canton Ticino Svizzera presso la Pinacoteca Cantonale Zùst.
La rassegna presenta una novantina di capolavori eseguiti dai maggiori protagonisti della cultura figurativa ottocentesca lombarda e ticinese.. L’oculata scelta delle opere si prefigge d’illustrare l’evoluzione della pittura di paesaggio, rurale e urbano, tra il 1830 e il 1915 e le conseguenti implicazioni sulla società. Non solo paesaggi quindi, ma anche scene di vita quotidiana. Lungo il percorso della mostra il visitatore ha modo di immergersi nell’ambiente cittadino ottocentesco attraverso le suggestive vedute di Lugano e Milano, dipinte da artisti quali Giovanni Migliara, Giuseppe Canella, Carlo Bossoli e Giuseppe Elena, che testimoniano le significative modifiche dell’assetto urbano. Da queste rappresentazioni tipiche dell’epoca romantica si passa a una visione della città più attenta ai mutamenti della modernità: irrompono infatti la presenza della ferrovia, dell’industria e del disagio sociale, ma anche nuovi momenti ricreativi, dedicati allo svago collettivo e privato. Tra i principali interpreti di questo mondo in trasformazione troviamo Filippo Carcano, Filippo Franzoni, Adolfo Feragutti Visconti e Mosè Bianchi, che con Corso di Porta Ticinese tratteggia i contorni di una Milano fumosa e brulicante di vita, mentre con Lavandaie immortala la fatica di umili donne iscritte in un paesaggio che conserva ancora cadenze bucoliche. Quadri in cui la denuncia sociale si fa più esplicita sono, ad esempio, L’alveare di Luigi Rossi, Ritorno dal lavoro e L’abbruttito di Pietro Chiesa, Venduta! di Angelo Morbelli, dipinto che ritrae l’annichilente realtà della prostituzione minorile. A quest’ultimo artista, portavoce delle diverse declinazioni del suo tempo, la mostra dedica un’intera sala.
Ai cambiamenti nella raffigurazione della città si affiancano i paesaggi della campagna ticinese e lombarda che paiono cristallizzati in una visione idealizzata dai toni lirici. Profondi mutamenti stilistici stravolgono l’arte del XIX secolo: una diversificazione di linguaggi che spazia da influenze scapigliate a ricerche più schiettamente veriste, per approdare al divisionismo di Giovanni Segantini, Emilio Longoni, Giuseppe Pellizza da Volpedo, Edoardo Berta e Giovanni Sottocornola e aprire una finestra sulla prima fase del Novecento con le opere prefuturiste di Umberto Boccioni.
I vari nuclei della mostra sono sottolineati da testi poetici e in prosa, coevi ai dipinti e a loro legati per tematiche o atmosfere, al fine di evocare in maniera ancor più vibrante lo spirito dell’epoca. La scelta dei brani è curata da Michele Fazioli.
La rassegna presenta una novantina di capolavori eseguiti dai maggiori protagonisti della cultura figurativa ottocentesca lombarda e ticinese.. L’oculata scelta delle opere si prefigge d’illustrare l’evoluzione della pittura di paesaggio, rurale e urbano, tra il 1830 e il 1915 e le conseguenti implicazioni sulla società. Non solo paesaggi quindi, ma anche scene di vita quotidiana. Lungo il percorso della mostra il visitatore ha modo di immergersi nell’ambiente cittadino ottocentesco attraverso le suggestive vedute di Lugano e Milano, dipinte da artisti quali Giovanni Migliara, Giuseppe Canella, Carlo Bossoli e Giuseppe Elena, che testimoniano le significative modifiche dell’assetto urbano. Da queste rappresentazioni tipiche dell’epoca romantica si passa a una visione della città più attenta ai mutamenti della modernità: irrompono infatti la presenza della ferrovia, dell’industria e del disagio sociale, ma anche nuovi momenti ricreativi, dedicati allo svago collettivo e privato. Tra i principali interpreti di questo mondo in trasformazione troviamo Filippo Carcano, Filippo Franzoni, Adolfo Feragutti Visconti e Mosè Bianchi, che con Corso di Porta Ticinese tratteggia i contorni di una Milano fumosa e brulicante di vita, mentre con Lavandaie immortala la fatica di umili donne iscritte in un paesaggio che conserva ancora cadenze bucoliche. Quadri in cui la denuncia sociale si fa più esplicita sono, ad esempio, L’alveare di Luigi Rossi, Ritorno dal lavoro e L’abbruttito di Pietro Chiesa, Venduta! di Angelo Morbelli, dipinto che ritrae l’annichilente realtà della prostituzione minorile. A quest’ultimo artista, portavoce delle diverse declinazioni del suo tempo, la mostra dedica un’intera sala.
Ai cambiamenti nella raffigurazione della città si affiancano i paesaggi della campagna ticinese e lombarda che paiono cristallizzati in una visione idealizzata dai toni lirici. Profondi mutamenti stilistici stravolgono l’arte del XIX secolo: una diversificazione di linguaggi che spazia da influenze scapigliate a ricerche più schiettamente veriste, per approdare al divisionismo di Giovanni Segantini, Emilio Longoni, Giuseppe Pellizza da Volpedo, Edoardo Berta e Giovanni Sottocornola e aprire una finestra sulla prima fase del Novecento con le opere prefuturiste di Umberto Boccioni.
I vari nuclei della mostra sono sottolineati da testi poetici e in prosa, coevi ai dipinti e a loro legati per tematiche o atmosfere, al fine di evocare in maniera ancor più vibrante lo spirito dell’epoca. La scelta dei brani è curata da Michele Fazioli.
MIAMI Seconda edizione: Manifestazione Internazionale Antiquari a Milano
Mostra di antiquariato
10-18 Novembre 2012
Milano
Palazzo Giureconsulti
Piazza Mercanti, 2
10-18 Novembre 2012
Milano
Palazzo Giureconsulti
Piazza Mercanti, 2
Art Studio Pedrazzini: Mostra inaugurale dello spazio in Via Zezon 5
PERCORSO PITTORICO NELL'ITALIA DELLl'800
21 Aprile - 12 Maggio 2012
Mostra di inaugurazione del nuovo spazio espositivo
di Art Studio Pedrazzini in Via Achille Zezon 5 a Milano
La prima esposizione presso Art Studio Pedrazzini si apre con la presentazione di un vero e proprio capolavoro di Angelo Morbelli, che non è fuori luogo definire uno dei più alti esiti del divisionismo dell’artista alessandrino anche per la sua alta datazione, 1892. Esposto per l’ultima volta nel 1921-22 alla retrospettiva dell’autore presso la Famiglia Artistica, ma noto agli addetti ai lavori grazie alla sua illustrazione sulla rivista della Triennale di Torino nel 1896, dopo quella rassegna Incensum Domine è rimasto confinato nel chiuso di una collezione privata milanese con la conseguenza di uscire dall’interesse del collezionismo e di risultare pressoché sconosciuto anche agli interventi della critica. Accanto a questo lavoro introduttivo all’esposizione – e che si è voluto privilegiare in catalogo anche mediante la documentazione di alcuni particolari -, non mancano tuttavia altri dipinti degni di grande interesse, a cominciare da Rebecca e il servo di Abramo di Giovanni Carnovali detto il Piccio, per continuare con Navi nel porto, ancora di Morbelli, verosimilmente identificabile con il dipinto inviato alla Promotrice torinese del 1913, con un raro e luminoso paesaggio di Carlo Mancini, con un’interessante opera della prima attività di Pompeo Mariani e, ancora, con un prezioso acquarello di Eugenio Spreafico. E che dire del poetico ed atmosferico Arriva il temporale di Tominetti? La rassegna non si restringe tuttavia al solo ambito lombardo, dove sono da ricordare anche le tele di Giuseppe Canella, Leonardo Bazzaro e Giorgio Belloni, ma va a toccare altre situazioni ed altri autori di rilevante interesse, che spaziano da Boldini a Bruzzi, da Milesi a Tavernier Lupo e Bossoli, da Antonio Mancini e Pratella a A. Tommasi cercando in qualche modo di rappresentare le varie scuole regionali italiane del XIX secolo.
21 Aprile - 12 Maggio 2012
Mostra di inaugurazione del nuovo spazio espositivo
di Art Studio Pedrazzini in Via Achille Zezon 5 a Milano
La prima esposizione presso Art Studio Pedrazzini si apre con la presentazione di un vero e proprio capolavoro di Angelo Morbelli, che non è fuori luogo definire uno dei più alti esiti del divisionismo dell’artista alessandrino anche per la sua alta datazione, 1892. Esposto per l’ultima volta nel 1921-22 alla retrospettiva dell’autore presso la Famiglia Artistica, ma noto agli addetti ai lavori grazie alla sua illustrazione sulla rivista della Triennale di Torino nel 1896, dopo quella rassegna Incensum Domine è rimasto confinato nel chiuso di una collezione privata milanese con la conseguenza di uscire dall’interesse del collezionismo e di risultare pressoché sconosciuto anche agli interventi della critica. Accanto a questo lavoro introduttivo all’esposizione – e che si è voluto privilegiare in catalogo anche mediante la documentazione di alcuni particolari -, non mancano tuttavia altri dipinti degni di grande interesse, a cominciare da Rebecca e il servo di Abramo di Giovanni Carnovali detto il Piccio, per continuare con Navi nel porto, ancora di Morbelli, verosimilmente identificabile con il dipinto inviato alla Promotrice torinese del 1913, con un raro e luminoso paesaggio di Carlo Mancini, con un’interessante opera della prima attività di Pompeo Mariani e, ancora, con un prezioso acquarello di Eugenio Spreafico. E che dire del poetico ed atmosferico Arriva il temporale di Tominetti? La rassegna non si restringe tuttavia al solo ambito lombardo, dove sono da ricordare anche le tele di Giuseppe Canella, Leonardo Bazzaro e Giorgio Belloni, ma va a toccare altre situazioni ed altri autori di rilevante interesse, che spaziano da Boldini a Bruzzi, da Milesi a Tavernier Lupo e Bossoli, da Antonio Mancini e Pratella a A. Tommasi cercando in qualche modo di rappresentare le varie scuole regionali italiane del XIX secolo.
MIAMI Prima edizione: Manifestazione Internazionale Antiquari a Milano
Mostra di antiquariato
12-20 Novembre 2011
Milano
Palazzo Giureconsulti
Piazza Mercanti, 2
12-20 Novembre 2011
Milano
Palazzo Giureconsulti
Piazza Mercanti, 2